IL 13 DI QUESTTO STESSO MESE, MEMORIA DELLA SANTA MARTIRE LUCIA, VERGINE.
PER LA SUA SANTA INTERCESSIONE, O DIO, ABBI PIETA’ DI NOI E SALVACI.
APOLYTIKION DELLA MARTIRE. TONO 4
LA
TUA AGNELLA, O GESU’,* GRIDA A GRAN VOCE:* TE, MIO SPOSO, IO
DESIDERO,* E PER CERCARE TE COMBATTO,* SON CON TEE CROCIFISSA* E CON TE
SEPOLTA NEL TUO BATTESIMO;* SOFFRO CON TE,* PER POTER REGNARE CON TE,* E
MUOIO PER TE,* PER VIVERE IN TE:* ACCOGLI DUNQUE COME SACRIFICIO SENZA
MACCHIA* COLEI CHE,* PIENA DI DESIDERIO,* E’ STATA IMMOLATA PER TE.* PER
LA SUA INTERCESSIONE, * TU CHE SEI MISERICORDIOSO, * SALVA LE NOSTRE
ANIME.
STICHIRA’ PROSOMIA DELLA SANTA. TONO 4. hai dato come segno
AVENDO
ORDINATAMENTE VISSUTO* IN INTEGRA VERGINITA’,* TI SEI OFFERTA GIOIOSA
AL CREATORE:* RIFIUTATO INFATTI UNO SPOSO MORTALE,* O DEGNA DI OGNI
LODE,* TI SEI FIDANZATA A CRISTO,* E COMPITA LA CORSA MEDIANTE LA
FEDE* E LO SPLENDIDO MARTIRIO,* ORA OFFRI A QUELLI CHE TI ONORANO,* O
LUCIA,* I DONI DELLE GUARIGIONI.
Santa Lucia vergine e martire a Siracusa sotto Diocleziano
MARTIROLOGIO ROMANO. A Siracusa, in Sicilia, il natale di santa
Lucia, Vergine e Martire, nella persecuzione di Diocleziano. Questa
nobile Vergine, mentre volevano trascinarla uomini abbominevoli, ai
quali, per ordine di Pascàsio Consolare, era stata consegnata perchè dal
popolo si facesse oltraggio alla castità di lei, non potè essere smossa
da loro in alcun modo, nè con fimi aggiunte, nè con moltissime coppie
di buoi; però in seguito, essendo riuscita illesa dalla pece, dalla
resina e dall'olio bollente, finalmente, percossa colla spada nella
gola, compì il martirio.
Tratto da
Siamo nel IV secolo, in Sicilia, a Siracusa. Lucia è una giovane
donna di una buona famiglia, fidanzata ad un concittadino e destinata ad
un buon futuro di moglie e madre. La mamma si ammala e Lucia si reca in
preghiera a Catania, sulla tomba di Sant'Agata, per invocarne la
guarigione. Qui la Santa le appare e le chiede di dedicare la sua
giovane vita all'aiuto dei più poveri e deboli, predicendole il
martirio.
Lucia torna a Siracusa e trova la mamma guarita. Rompe il fidanzamento, e decide di andare tra i poveretti che stanno nelle catacombe, con una lampada alla testa, e di donare loro tutta la sua dote. Il fidanzato non comprende, si arrabbia e decide di vendicarsi, denunciando pubblicamente quella che avrebbe dovuto essere la sua futura sposa, con l'accusa di essere cristiana. Sono anni di persecuzione dei cristiani, sotto l'imperatore Diocleziano.
Lucia ammette e ribadisce la sua fede, irremovibile anche sotto tortura, affermando che la sua forza viene non dal corpo, ma dallo spirito. Al momento di portarla via, l'esile corpo da ragazzina assume una forza miracolosa e né uomini, né buoi, né il fuoco, né la pece bollente riescono a smuoverla. Lucia viene così condannata a morteper il taglio della gola
Prima di morire riesce a ricevere l'Eucaristia e predice a Diocleziano la sua prossima morte e la cessazione delle persecuzioni entro breve. Entrambi i fatti si verificano nel giro di pochi anni.
Lucia torna a Siracusa e trova la mamma guarita. Rompe il fidanzamento, e decide di andare tra i poveretti che stanno nelle catacombe, con una lampada alla testa, e di donare loro tutta la sua dote. Il fidanzato non comprende, si arrabbia e decide di vendicarsi, denunciando pubblicamente quella che avrebbe dovuto essere la sua futura sposa, con l'accusa di essere cristiana. Sono anni di persecuzione dei cristiani, sotto l'imperatore Diocleziano.
Lucia ammette e ribadisce la sua fede, irremovibile anche sotto tortura, affermando che la sua forza viene non dal corpo, ma dallo spirito. Al momento di portarla via, l'esile corpo da ragazzina assume una forza miracolosa e né uomini, né buoi, né il fuoco, né la pece bollente riescono a smuoverla. Lucia viene così condannata a morteper il taglio della gola
Prima di morire riesce a ricevere l'Eucaristia e predice a Diocleziano la sua prossima morte e la cessazione delle persecuzioni entro breve. Entrambi i fatti si verificano nel giro di pochi anni.
Le fonti più antiche e attendibili su Santa Lucia sono gli atti greci
e latini degli inizi del V secolo: in particolare, la ricerca
scientifica più recente in campo agiografico ha riabilitato
l’autenticità della “Passio” latina, analizzandone con puntualità il
testo e riscontrandone l’esattezza terminologica del linguaggio
giuridico e la congruenza dei dati storici.
Lucia nacque a Siracusa verso la fine del III secolo, da una nobile famiglia cristiana. Sin da fanciulla, si consacrò segretamente a Dio con voto di perpetua verginità, ma – secondo le consuetudini dell’epoca – venne promessa in sposa a un pretendente, invaghito per la sua straordinaria bellezza.
Un giorno Lucia propose alla madre, di nome Eutichia, di recarsi insieme a lei in pellegrinaggio nella vicina città di Catania, presso il sepolcro dell’illustre vergine martire Sant’Agata, per domandare a Dio la grazia della guarigione della stessa Eutichia, da molto tempo gravemente ammalata.
Giunte in quel luogo il 5 febbraio dell’anno 301, pregarono intensamente fino alle lacrime implorando il miracolo. Lucia consigliò alla madre di toccare con fede la tomba della santa patrona di Catania, confidando nella sua sicura intercessione presso il Signore. Ed ecco, Sant’Agata apparve in visione a Lucia dicendole: “Sorella mia Lucia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi ottenere per tua madre? Ecco che, per la tua fede, ella è già guarita! E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.
Subito dopo la visione, Eutichia constatò l’effettiva avvenuta guarigione miracolosa, e Lucia decise di rivelare alla madre il proprio desiderio di donare tutta la propria vita a Dio, rinunciando a uno sposo terreno ed elargendo tutte le proprie ricchezze ai poveri, per amore di Cristo.
Così Lucia da ricca che era si fece povera, e per circa tre anni si dedicò senza interruzione alle opere di misericordia d’ogni genere, a vantaggio dei poveri, degli orfani, delle vedove, degli infermi e dei ministri della Chiesa di Dio.
Ma colui che l’aveva pretesa come sposa, si vendicò del rifiuto denunciando Lucia al locale tribunale dell’impero romano, con l’accusa che ella fosse “cristianissima” poiché infieriva la crudele persecuzione anti-cristiana dell’imperatore Diocleziano.
Arrestata, rifiutò con coraggiosa fermezza di sacrificare agli déi pagani, e quindi venne processata dal magistrato Pascasio. Ella rispose senza timore, quasi esclusivamente citando la Sacra Scrittura. Il testo dell’interrogatorio è un vero capolavoro di ricorso alla parola biblica. Per giustificare la propria obiezione di coscienza contro l’ordine di sacrificare agli déi, Lucia citò l’epistola dell’apostolo Giacomo: “Sacrificio puro presso Dio è soccorrere i poveri, gli orfani e le vedove. Per tre anni ho offerto tutto al mio Dio. Ora non ho più nulla, e offro me stessa”. Per testimoniare la sua serena fortezza dinanzi al magistrato, citò l’evangelista Matteo: “Sono la serva del Dio eterno, il quale ha detto: quando sarete trascinati dai giudici, non preoccupatevi di cosa dire, perché non sarete voi a parlare, ma parlerà in voi lo Spirito Santo”. Per confermare il sostegno da lei trovato nello Spirito Santo, citò la seconda lettera di Paolo ai corinzi: “Coloro che vivono in santità e castità sono tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in essi”. Per affermare che era la potenza di Dio a proteggerla dalle minacce di violenza che la circondavano, citò il salmista: “Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire”.
Rimasta miracolosamente illesa da crudeli supplizi, profetizzò l’imminente fine delle persecuzioni di Diocleziano e la pace per la Chiesa, dopo di che morì con un colpo di spada in gola e venne devotamente sepolta nelle grandi catacombe cristiane della sua Siracusa. Era il 13 dicembre dell’anno 304.
Lucia nacque a Siracusa verso la fine del III secolo, da una nobile famiglia cristiana. Sin da fanciulla, si consacrò segretamente a Dio con voto di perpetua verginità, ma – secondo le consuetudini dell’epoca – venne promessa in sposa a un pretendente, invaghito per la sua straordinaria bellezza.
Un giorno Lucia propose alla madre, di nome Eutichia, di recarsi insieme a lei in pellegrinaggio nella vicina città di Catania, presso il sepolcro dell’illustre vergine martire Sant’Agata, per domandare a Dio la grazia della guarigione della stessa Eutichia, da molto tempo gravemente ammalata.
Giunte in quel luogo il 5 febbraio dell’anno 301, pregarono intensamente fino alle lacrime implorando il miracolo. Lucia consigliò alla madre di toccare con fede la tomba della santa patrona di Catania, confidando nella sua sicura intercessione presso il Signore. Ed ecco, Sant’Agata apparve in visione a Lucia dicendole: “Sorella mia Lucia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi ottenere per tua madre? Ecco che, per la tua fede, ella è già guarita! E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.
Subito dopo la visione, Eutichia constatò l’effettiva avvenuta guarigione miracolosa, e Lucia decise di rivelare alla madre il proprio desiderio di donare tutta la propria vita a Dio, rinunciando a uno sposo terreno ed elargendo tutte le proprie ricchezze ai poveri, per amore di Cristo.
Così Lucia da ricca che era si fece povera, e per circa tre anni si dedicò senza interruzione alle opere di misericordia d’ogni genere, a vantaggio dei poveri, degli orfani, delle vedove, degli infermi e dei ministri della Chiesa di Dio.
Ma colui che l’aveva pretesa come sposa, si vendicò del rifiuto denunciando Lucia al locale tribunale dell’impero romano, con l’accusa che ella fosse “cristianissima” poiché infieriva la crudele persecuzione anti-cristiana dell’imperatore Diocleziano.
Arrestata, rifiutò con coraggiosa fermezza di sacrificare agli déi pagani, e quindi venne processata dal magistrato Pascasio. Ella rispose senza timore, quasi esclusivamente citando la Sacra Scrittura. Il testo dell’interrogatorio è un vero capolavoro di ricorso alla parola biblica. Per giustificare la propria obiezione di coscienza contro l’ordine di sacrificare agli déi, Lucia citò l’epistola dell’apostolo Giacomo: “Sacrificio puro presso Dio è soccorrere i poveri, gli orfani e le vedove. Per tre anni ho offerto tutto al mio Dio. Ora non ho più nulla, e offro me stessa”. Per testimoniare la sua serena fortezza dinanzi al magistrato, citò l’evangelista Matteo: “Sono la serva del Dio eterno, il quale ha detto: quando sarete trascinati dai giudici, non preoccupatevi di cosa dire, perché non sarete voi a parlare, ma parlerà in voi lo Spirito Santo”. Per confermare il sostegno da lei trovato nello Spirito Santo, citò la seconda lettera di Paolo ai corinzi: “Coloro che vivono in santità e castità sono tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in essi”. Per affermare che era la potenza di Dio a proteggerla dalle minacce di violenza che la circondavano, citò il salmista: “Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire”.
Rimasta miracolosamente illesa da crudeli supplizi, profetizzò l’imminente fine delle persecuzioni di Diocleziano e la pace per la Chiesa, dopo di che morì con un colpo di spada in gola e venne devotamente sepolta nelle grandi catacombe cristiane della sua Siracusa. Era il 13 dicembre dell’anno 304.
http://www.ortodossia.it/w/index.php?option=com_content&view=article&id=4159:13-12-memoria-di-sant-antioco-martire-a-sulci-in-sardegna-sotto-adriano-tra-il-117-e-il-138&catid=194:dicembre&lang=it
CRIPTA DI SAN MARZIANO (Chiesa rupestre – IV-V secolo)
Località: Siracusa (SR) Sub-area: Val di Noto
Nell’area del complesso catacombale di San Giovanni Evangelista, inassoluto il più grande della Sicilia e, secondo la tradizione, luogo di sepoltura nel III secolo del primo vescovo di Siracusa, il Santo martire Marziano (o Marciano), è stata realizzata una cripta ipogea. Collocata al disotto delle rovine della chiesa normanna, l’ambiente si presenta con l’impianto basilicale del IV-V secolo, in concomitanza con la traslazione delle spoglie mortali del santo, poi restaurato ed abbellito in epoca normanna con i bellissimi capitelli dei quattro pilastri che reggono la volta. La cripta si avvale di numerosi affreschi, tra i quali spicca nella zona absidale, una delle immagini “bizantine” più antiche di santa Lucia (seconda metà del XII secolo), vergine e martire siracusana, non trascurando un san Giovanni Battista ed un san Giovanni Evangelista in due dei quattro pilastri portanti.
http://www.eremos.eu/index.php/sicilia/
Αffresco che rappresenta la Santa Vergine in trono e Santa Lucia. Chiesa rupestre di Santa Lucia, detta dei Giaconelli a Melfi.
Santa Lucia. Museo regionale di Messina, anonimo del XIII sec
Santa Lucia. Museo regionale di Messina, anonimo del XIII sec
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