icona di Antonio il Grande padre dei Monaci
San Macario di Collesano Monaco
Nacque intorno al 920. Asceta italo-greco del sec X, le sue vicende
sono legate a quelle del padre, Cristoforo, e del fratello Saba.
Cristoforo, rifugiandosi nel monastero greco di San Filippo d'Agira
ai piedi dell'Etna, ricevette l'abito dall'egumeno Niceforo, che lo
autorizzò a condurre vita eremitica nella laura di San Michele di
Ctisma.
Qui fu raggiunto dalla moglie Cali e dai figli Macario e Saba, che
presero tutti l'abito monastico. Una grave carestia abbattutasi sulla
Sicilia nel 940-941, li costrinse a rifugiarsi in Calabria, sbarcati
a Cessaniti, presso Nicotera, vagarono per monti e boschi, fino a che
non raggiunsero la famosa eparchia monastica del Mercurion, ai
confini nord-occidentali della Calabria con la Lucania. Qui fondarono
i due monasteri di San Michele Arcangelo e di santo Stefano
protomartire; poi andarono in pellegrinaggio a Roma per venerarvi le
tombe degli Apostoli e, al ritorno, si fermarono nel cenobio di San
Lorenzo, presso Latiniano, dove Cristoforo morì, seguito, poco dopo,
da Cali, che era a capo di una comunità femminile. Quindi i due
fratelli, Saba e Macario, presero la cura dei diversi monasteri del
Mercurion, confrontando i monaci a perseverare nella loro vocazione e
a non avvilirsi per le continue incursioni dei Saraceni. Alla morte
di Saba, avvenuta a Roma, nel monastero di San Cesareo nel 995,
Macario gli successe nella direzione dei Cenobi disseminati nelle
eparchie del Mercurion e del Latiniano. Il biografo rende
testimonianza alla prudenza con cui governò, alla sua profonda umiltà
e, soprattutto, alla sua grande purezza, per cui "etsi in carne
degeret, veluti totus spiritualis et absque corpore esse videbatur".
A queste virtù univa l'esercizio di quell'eccessivo rigorismo
corporale, che caratterizzava i monaci italo-greci del tempo. Compì
molti miracoli, per cui la sua cella divenne meta di pellegrini di
ogni genere. Morì il 6 dicembre 1005, è ricordato nei sinassari italo-
greci e nei menei liturgici.
La sua vita fu scritta da Oreste, patriarca di Gerusalemme che però
gli dedicò meno spazio rispetto ai più illustri mèmbri della famiglia
Cristoforo e Saba, tuttavia egli visse intensamente unendo alle sue
virtù l'esercizio di un eccessivo rigore corporale, sulla scorta
degli insegnamenti dei santi della sua famiglia, che cercò di
infondere agli altri monaci. Compì molti miracoli e, con la sua fama
si santità, la sua cella divenne meta di pellegrinaggi in vita e dopo
la morte.
Antichi codici riportano la sua morte nella metà del dicembre del
1005; la comunità di Oliveto Citra, elevatolo a Santo Patrono,
conserva le sue reliquie in un busto argenteo collocato nella Chiesa
Madre. Il Santo viene festeggiato il 24 maggio.
Collesano ( in greco: en polei ths Kolassaewn) è un paese che si trova sulle prime propaggini della catena montuosa delle Madonie in provincia di Palermo.
Qui nacque nel X secolo Macario. Figlio di San Cristoforo e Santa Calì e fratello di San Saba.
Tutti monaci siculo-greci.
La
loro vita fu scritta dal patriarca di Gerusalemme Oreste ( vedi
Cozza-Luzzi, Historia et laudes SS. Sabae et Macarii iuniorum e Siclia
autore Oreste Patriarcha Hierosolymitano ).
Il
primo periodo della loro vita monastica si svolse in Sicilia, nel
Sacro Monastero di San Filippo d’Agira , allora retto dall’egumeno
Niceforo. Cristoforo visse l’esichia nella chiesa dell’Arcangelo
Michele, a Ctisma, metochio di san Filippo.
A
causa di guerre intestine tra i mussulmani, che ebbero gravi
conseguenze per la popolazione cristiana siciliana, la santa famiglia
emigrò in Calabria ( Thema dell’Impero). Il loro primo rifugio fu la
regione dei “ Caroniti , e successivamente la “ Tebaide” del Mercurion (
posta tra Calabria e Basilicata) luogo di intensissima vita
monastica italo-greca confinante con l’altra regione di intensa vita
monastica, chiamata Latinianon.
La santa Famiglia si stabilì nella chiesa di san Michele, che diverrà sede della Laura dei monaci che seguirono San Cristoforo.
A Causa delle incursioni dei saraceni, Cristoforo con i figli Macario e
Saba si trasferì nel Latiniano, sulle rive del fiume Sinni, nella
Chiesa di san Lorenzo. Qui morì, affidando l’igumenato al figlio Saba.
Poco dopo fu seguito dalla moglie Calì.
Saba.
Saba
fu una delle figure più rappresentative del monachesimo siculo-greco
nel mercurion. Fu ctitor di molti monasteri ed esicastirion. Ebbe
importanti incarichi diplomatici-politici , tra cui una missione a Roma,
su incarico del catepano Romano ( circa 982 d.c) e quella di implorare
presso l’imperatore germanico Ottone III la liberazione del
figlio del principe di Salerno e del patrizio di Amalfi . Durante
questul’ultima missione mori a Roma, nel monastero di San Cesario il 5
febbraio 995, lasciando il governo dei monasteri da lui fondati al
fratello San Macario, che lil patriarca Oreste, autore della sua
biografia, definisce uomo di profonda umiltà e di grande purezza, che
non assomiglia ad un uomo di carne, ma ad uno spirito senza corpo.
Morì il 16 dicembre del 1005 a Salerno, nominando come igumeno Luca
http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a1640/f255/Alessio.pdf
Nessun commento:
Posta un commento