Santo Castrense vescovo africano che
durante la persecuzione dei Vandali
arrivò in Campania.E’ onorato come patrono dei naviganti in pericolo(verso il
450)
Tratto dal quotidiano Avvenire
È molto venerato a Castel Volturno
(Caserta), dove in agosto in suo onore si tiene una processione lungo il fiume.
È ricordato nel «calendario marmoreo» di Napoli, ma poco si sa di lui. È
incerto se sia stato vescovo di Castel Volturno o di Sessa Aurunca. Una
«passio» lo annovera in un gruppo di dodici o tredici vescovi africani, che nel
V secolo approdarono in Campania per sfuggire alle persecuzioni dei Vandali.
Castrense fu, poi, ritenuto martire poiché il suo nome è stato trovato con
quello del martire Prisco in alcune pitture. Le reliquie passarono da Sessa a
Capua (che lo festeggia il 29 dicembre e la seconda domenica di maggio, data
della traslazione). Guglielmo II il Buono, ultimo re normanno di
Sicilia, le portò a Monreale.
Tratto
da http://www.santiebeati.it/dettaglio/90646
Santo
molto venerato a Castel Volturno in provincia di Caserta, ancora oggi la sua
statua viene portata in processione in agosto, sul fiume Volturno, per
proseguire poi a piedi per la città fino alla chiesa principale.
È ricordato l’11 febbraio nel celebre antichissimo ‘Calendario marmoreo’ di Napoli; ma le notizie che lo riguardano sono incerte.
Secondo una tradizione Castrense o Castrese è detto vescovo di Castel Volturno, secondo un’altra egli fu vescovo di Sessa Aurunca (CE) e qui morì “in mezzo al suo popolo, dopo aver celebrato i misteri ed essere disceso da sé nella sepoltura”.
Nel territorio della città ancora oggi esiste una frazione chiamata S. Castrense, infine una leggendaria ‘passio’ lo annovera in un gruppo di dodici o tredici vescovi africani, che nel secolo V approdarono in Campania per sfuggire alle persecuzioni dei Vandali, comandati da Genserico (390-477) che sbarcati e stabilitasi in Africa, pirateggiavano lungo le coste del Mediterraneo.
Il nome di s. Castrense è unito a quello di s. Prisco, nelle pitture scoperte verso il 1881, in una grotta presso Calvi (Caserta) risalenti al VII secolo, essi erano raffigurati insieme; poiché s. Prisco fu sicuramente un martire di Capua o di Nocera, anche s. Castrense o Castrese fu ritenuto martire.
Quale sia la versione esatta è ancora motivo di discussione e ricerca da parte degli studiosi. Le reliquie del santo, furono trasferite, prima del secolo XII, da Sessa Aurunca a Capua e successivamente ad opera di Guglielmo II il Buono (1166-89) ultimo re normanno di Sicilia, furono portate a Monreale, città in cui la devozione al santo è molto sentita.
In Campania sono rimaste numerose chiese a lui dedicate, sia come Castrense che come Castrese; a Capua viene anche celebrato il 29 dicembre e la seconda domenica di maggio, data delle traslazioni delle reliquie.
È ricordato l’11 febbraio nel celebre antichissimo ‘Calendario marmoreo’ di Napoli; ma le notizie che lo riguardano sono incerte.
Secondo una tradizione Castrense o Castrese è detto vescovo di Castel Volturno, secondo un’altra egli fu vescovo di Sessa Aurunca (CE) e qui morì “in mezzo al suo popolo, dopo aver celebrato i misteri ed essere disceso da sé nella sepoltura”.
Nel territorio della città ancora oggi esiste una frazione chiamata S. Castrense, infine una leggendaria ‘passio’ lo annovera in un gruppo di dodici o tredici vescovi africani, che nel secolo V approdarono in Campania per sfuggire alle persecuzioni dei Vandali, comandati da Genserico (390-477) che sbarcati e stabilitasi in Africa, pirateggiavano lungo le coste del Mediterraneo.
Il nome di s. Castrense è unito a quello di s. Prisco, nelle pitture scoperte verso il 1881, in una grotta presso Calvi (Caserta) risalenti al VII secolo, essi erano raffigurati insieme; poiché s. Prisco fu sicuramente un martire di Capua o di Nocera, anche s. Castrense o Castrese fu ritenuto martire.
Quale sia la versione esatta è ancora motivo di discussione e ricerca da parte degli studiosi. Le reliquie del santo, furono trasferite, prima del secolo XII, da Sessa Aurunca a Capua e successivamente ad opera di Guglielmo II il Buono (1166-89) ultimo re normanno di Sicilia, furono portate a Monreale, città in cui la devozione al santo è molto sentita.
In Campania sono rimaste numerose chiese a lui dedicate, sia come Castrense che come Castrese; a Capua viene anche celebrato il 29 dicembre e la seconda domenica di maggio, data delle traslazioni delle reliquie.
Tratto
https://www.monrealenews.it/chiesanotizie-della-diocesi/parrocchiedalle-parrocchie-del-paese/3674-oggi-san-castrense-patrono-monreale-storia-del-santo.html
San Castrense è uno di quei santi
patroni che non si recarono mai una volta nel luogo di cui sono diventati
protettori. Non solo non solcò mai il suolo di Monreale ma nemmeno vi si
avvicinò. I destini della città normanna e del vescovo campano si incontrarono
grazie ad un dono di nozze. Il suo corpo acefalo, infatti, fu donato dal
vescovo di Capua, Alfano, a re Guglielmo II in occasione delle sue nozze con
Giovanna Plantageneta. Il prelato trattenne il teschio che continua ad essere
conservato nella città campana.
Sulla sua vita non si sa molto
tranne che visse in Africa, al tempo della persecuzione dei Vandali, intorno al
440. Fu imprigionato insieme ad altri cristiani e vescovi. Ormai rassegnati al
martirio, furono avvertiti da un angelo che li rassicurò sulla loro salvezza:
«Ecco, il Signore nostro Gesù Cristo mi manda a voi perché siano rassicurati i
vostri cuori: i vostri persecutori cercheranno di affondarvi nel profondo del
mare ma sappiate che l'Eterno Re a ciascuno di voi ha già preparato una regione
in cui troverete pace in Gesù Cristo e gli abitanti grazie a voi saranno
liberati da ogni orrore».
L'indomani, tutti i prigionieri
furono caricati su una barca malconcia e lasciati in balia del Mediterraneo.
Per miracolo, la barca raggiunse la Campania con tutto l'equipaggio. Castrense
si stabilì a Volturno, dove svolse il suo apostolato fino al giorno della sua
morte, l'11 febbraio di un anno non precisato alla fine del V secolo. Giorno in
cui ancora oggi viene festeggiato a Monreale e anche a Castelvolturno, la cui
diocesi nel 1065 fu unita a quella di Capua.
Anche sulla sua morte aleggia un
alone di santità. Sembra che conoscesse il giorno della sua dipartita e, dopo
aver celebrato la messa, si sia diretto in processione verso il sepolcro dove
scese con i suoi piedi vestito con i paramenti sacri. Da quel momento, il luogo
della sua sepoltura divenne meta di pellegrinaggio e molti sostennero di
ricevere grazie per sua intercessione.
In seguito, le diocesi di
Castelvolturno e Capua vennero unite e il vescovo Alfano, nel 1176, decise di
donare il corpo del santo al sovrano normanno che stava per sposarsi. Guglielmo
fu molto lieto dell'omaggio e decise di deporlo sotto l'altare maggiore del
duomo di Monreale, ancora in costruzione. Da allora, la città e la diocesi lo
venerano come protettore.
I mosaici gli rendono omaggio
raffigurandolo, sulla parete della porta centrale, con aureola e abito sacro,
in atto di compiere due miracoli: la liberazione dell'ossesso e il salvataggio
di una nave con equipaggio.
La chiesa dedicata a San Castrense
fu costruita nel 1499, allora alle porte di Monreale, con annesso un monastero
di monache benedettine. Sull'altare maggiore si trova una pala del Novelli che
lo raffigura con la Madonna, il Bambino, gli angeli ed altri santi.
I biografi riportano due guarigioni da lui compiute durante la vita: la liberazione di un uomo posseduto dal demonio e il salvataggio di una nave carica di persone. Entrambi questi episodi sono raffigurati in due pannelli musivi nella parete occidentale della navata centrale sopra il portone d’entrata della Cattedrale di Monreale, dove sono conservate le reliquie del corpo donate dall’Arcivescovo di Capua, Alfano, per come dono di nozze al re Gugliemo II.
E' patrono di Monreale e dell'Arcidiocesi Cattolica del territorio canonico Monrealese
http://xoomer.virgilio.it/m.campisi3/Pagine/la_festa_di_san_castrense.htm
Nella targa dell'Urna
si legge:
"S. CASTRENSE, ETERNO
BALUARDO DELLA CITTA' DI MONREALE".
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