saints pour le 5 février du calendrier ecclésiastique
Sainte AGATHE, vierge, martyre en Sicile (à Catane ou à Palerme) lors de la persécution de Dèce (251). (Office traduit en français par le père Denis Guillaume au tome II des Ménées.)
Saint SABBAS, ascète en Sicile (995)
A Roma nel monastero di San Cesario, san Saba, detto il Giovane, monaco, che insieme al fratello san Macario, al tempo delle devastazioni saracene, diffuse instancabilmente per la Magna Grecia la vita cenobitica.
Saba
fu una delle figure più rappresentative del monachesimo siculo-greco
nel mercurion. Fu ctitor di molti monasteri ed esicastirion. Ebbe
importanti incarichi diplomatici-politici , tra cui una missione a Roma,
su incarico del catepano Romano ( circa 982 d.c) e quella di implorare
presso l’imperatore germanico Ottone III la liberazione del
figlio del principe di Salerno e del patrizio di Amalfi . Durante
questul’ultima missione mori a Roma, nel monastero di San Cesario il 5
febbraio 995, lasciando il governo dei monasteri da lui fondati al
fratello San Macario, che lil patriarca Oreste, autore della sua
biografia, definisce uomo di profonda umiltà e di grande purezza, che
non assomiglia ad un uomo di carne, ma ad uno spirito senza corpo.
Morì il 16 dicembre del 1005 a Salerno, nominando come igumeno Luca
http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a1640/f255/Alessio.pdf
tratto da
Saba proveniva da una ricca famiglia greca di Collesano; così come i suoi genitori, Cristoforo e Kalì, e suo fratello minore, Macario, anche Saba si fece monaco, entrando nel monastero di San Filippo di Agira ai piedi dell'Etna e poi vivendo da eremita; nel 941 lasciò la Sicilia per sfuggire all'invasione araba, spostandosi in Italia meridionale.
Assieme ai familiari si operò quindi per diffondere il monachesimo cenobita in Calabria, Lucania e Campania, nel periodo in cui le scorribande dei Saraceni devastavano la regione. Si stabilirono prima a Cessaniti, quindi nel Mercurion, fondarono due monasteri presso l'odierna Laino Castello; nel 952, un attacco dei saraceni li costrinse a spostarsi nuovamente, e ripararono nel Latinianon, nella valle del Sinni, dove fondarono un altro monastero, dedicato a san Lorenzo.
Alla morte di san Cristoforo, Saba gli succedette alla guida del monastero, tuttavia passava in eremitaggio cinque giorni alla settimana, lasciando a dirigere san Macario (che ufficialmente era l'economo); intorno al 982 si recò in pellegrinaggio a Roma accompagnato da un altro monaco di nome Niceta, e fondò il monastero di San Filippo a Lagonegro. Nel 984 assistette san Luca di Demenna negli ultimi giorni di vita ad Armento, seppellendone poi anche il corpo.
In seguito si trasferì ancora, vivendo da solo in una grotta nei dintorni di Salerno. In questo periodo il figlio di Giovanni I, principe di Salerno, era ostaggio presso la corte dell'imperatore Ottone II; cedendo alle preghiere di Giovanni e di suo padre Mansone, Saba si recò nuovamente a Roma come ambasciatore ottenendo, anche grazie all'intercessione dell'imperatrice Teofano, la sua liberazione.
La morte lo colse non molto tempo dopo, nel monastero di San Cesario di Roma, il 5 o 6 febbraio del 990, del 991 o del 995.
Assieme ai familiari si operò quindi per diffondere il monachesimo cenobita in Calabria, Lucania e Campania, nel periodo in cui le scorribande dei Saraceni devastavano la regione. Si stabilirono prima a Cessaniti, quindi nel Mercurion, fondarono due monasteri presso l'odierna Laino Castello; nel 952, un attacco dei saraceni li costrinse a spostarsi nuovamente, e ripararono nel Latinianon, nella valle del Sinni, dove fondarono un altro monastero, dedicato a san Lorenzo.
Alla morte di san Cristoforo, Saba gli succedette alla guida del monastero, tuttavia passava in eremitaggio cinque giorni alla settimana, lasciando a dirigere san Macario (che ufficialmente era l'economo); intorno al 982 si recò in pellegrinaggio a Roma accompagnato da un altro monaco di nome Niceta, e fondò il monastero di San Filippo a Lagonegro. Nel 984 assistette san Luca di Demenna negli ultimi giorni di vita ad Armento, seppellendone poi anche il corpo.
In seguito si trasferì ancora, vivendo da solo in una grotta nei dintorni di Salerno. In questo periodo il figlio di Giovanni I, principe di Salerno, era ostaggio presso la corte dell'imperatore Ottone II; cedendo alle preghiere di Giovanni e di suo padre Mansone, Saba si recò nuovamente a Roma come ambasciatore ottenendo, anche grazie all'intercessione dell'imperatrice Teofano, la sua liberazione.
La morte lo colse non molto tempo dopo, nel monastero di San Cesario di Roma, il 5 o 6 febbraio del 990, del 991 o del 995.
http://www.johnsanidopoulos.com/2016/02/saint-savvas-younger-of-sicily-995.html
Il 5 di Febbraio, memoria del nostro santo padre Luca di Demenna o d'Armento.
consultare e leggere
Il 5 di questo mese, memoria del nostro santo padre Giovanni di Fragalà.
tratto da
Da un antico inno o condachio greco sappiamo che Giovanni fu un monaco del Monastero di San Filippo di Fragalà, un inno liturgico che lo celebra come ‘splendida fiaccola della sicilia’, ‘medico dei malati’ e ‘celebre per molti prodigi’.
Vissuto come eremita per lunghi anni, tanto da essere chiamato Giovanni il Giovane Solitario. Visse nel secolo VIII, poco prima dell'invasione araba dell'Isola. Si dedicò alla cura degli ammalati,
soprattutto dei poveri, e furono numerosissimi i miracoli avvenuti per sua intercessione sia in vita, sia dopo la morte. Le sue spoglie erano custodite e venerate a Fragalà, nel monastero di San Filippo il Cacciaspiriti, ma ne è scomparsa ogni traccia.
Dal suo sepolcro, infatti, scaturiva un liquido prodigioso che curava i corpi e le anime.
Il 5 di Febbraio, memoria del nostro santo padre Luca di Demenna o d'Armento.
Vissuto come eremita per lunghi anni, tanto da essere chiamato Giovanni il Giovane Solitario. Visse nel secolo VIII, poco prima dell'invasione araba dell'Isola. Si dedicò alla cura degli ammalati,
soprattutto dei poveri, e furono numerosissimi i miracoli avvenuti per sua intercessione sia in vita, sia dopo la morte. Le sue spoglie erano custodite e venerate a Fragalà, nel monastero di San Filippo il Cacciaspiriti, ma ne è scomparsa ogni traccia.
Dal suo sepolcro, infatti, scaturiva un liquido prodigioso che curava i corpi e le anime.
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