30 ottobre • Memoria del santo ieromartire MARCIANO, primo vescovo di Siracusa.
San Marciano era discepolo dell’Apostolo Pietro e ricevette da lui
l’ordinazione venendo inviato come vescovo nella regione di Siracusa in
Sicilia. Egli stupì tutti i pagani che li si trovavano con i suoi
miracoli e gettò giù gli altari degli idoli con la sola sua preghiera.
Fu così che gli abitanti del luogo divennero rapidamente figli della
luce grazie alla predicazione del santo e la nuova nascita nel Santo
Battesimo. Ma i giudei che abitavano la città furono presi da una
furiosa gelosia allo spettacolo dei successi di Marciano e gli diedero
la morte, offrendogli così la ricompensa dei suoi lavori attraverso la
corona del martirio.
Il Braccio reliquiario di San Marciano, primo vescovo e martire
di Siracusa è in argento, parzialmente dorato, lavorato a sbalzo ed
inciso, in modo da formare rombi e gigli, simbolo della purezza e della
verginità dei Santi. Dalla manica, di forma conica, attraverso un
delicato merletto, fuoriesce la mano benedicente alla maniera greca. Le
tre dita simboleggiano la Trinità mentre le altre due unite
rappresentano l’unione della natura umana e divina del Cristo.
Un’iscrizione in lettere onciali, riferisce che il reliquiario,
contenente un frammento dell’osso del braccio di San Marciano, fu
commissionato da Richard Palmer, Vescovo di Siracusa. Il reliquiario fu
trasferito a Messina dallo stesso prelato, divenuto Arcivescovo della
città nel 1182.
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San Marciano era discepolo dell’Apostolo Pietro e ricevette da lui l’ordinazione venendo inviato come vescovo nella regione di Siracusa in Sicilia. Egli stupì tutti i pagani che li si trovavano con i suoi miracoli e gettò giù gli altari degli idoli con la sola sua preghiera. Fu così che gli abitanti del luogo divennero rapidamente figli della luce grazie alla predicazione del santo e la nuova nascita nel Santo Battesimo. Ma i giudei che abitavano la città furono presi da una furiosa gelosia allo spettacolo dei successi di Marciano e gli diedero la morte, offrendogli così la ricompensa dei suoi lavori attraverso la corona del martirio.
La tradizione narra che il corpo di san Marciano venne custodito all'interno della cripta dedicata al santo, in seguito sovrastata dalla basilica d'epoca bizantina. La tradizione attesta che qui stette il corpo del martire per otto secoli, fino a quando Siracusa venne conquistata dagli Arabi, nell'878. Altre fonti però affermano che ciò avvenne durante il primo tentativo di conquista della città, nell'827-828. Per porre dunque il corpo del protovescovo al sicuro, i siracusani presero l'urna con i resti mortali di Marciano e la condussero in Grecia, nella basilica di San Teodoro di Patrasso, nell'Acaia.
Come dall'Acaia le reliquie finirono a Gaeta, resta un mistero che le fonti non contribuiscono a dissolvere. Una tradizione narra che mercanti gaetani, frequentando l'Oriente, giunsero con le loro navi nel luogo in cui si trovava questo sacro deposito e, acquistandolo, lo condussero nella loro città, a Gaeta. I gaetani elessero quindi Marciano come loro primo santo protettore, poiché sant'Erasmo vi sarebbe giunto solamente nel X secolo. In tempi odierni le reliquie di Marciano trovano collocazione nella cattedrale dei Santi Erasmo e Marciano e di Santa Maria Assunta, dedicata ai due santi patroni di Gaeta, all'interno della cappella ipogea denominata succorpo.
Alcune reliquie del santo rimasero però a Siracusa. Nel duomo di questa città venne infatti custodito il braccio-reliquiario di san Marciano, il quale venne donato in seguito, nel XII secolo, dal vescovo inglese Richard Palmer, allora a capo della chiesa siracusana, al tesoro del duomo di Messina; sua collocazione definitiva.
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La
sua più antica raffigurazione è del secolo VIII-IX quindi del periodo bizantino
e si trova nelle catacombe di S. Lucia.
E' da aggiungere, che chissà per quale via sono giunte a Gaeta, certamente per mare, alcune reliquie di s. Marciano di Siracusa, che sono nella cripta o Soccorpo della cattedrale, insieme a quelle di altri sei santi; esso è venerato come compatrono di Gaeta insieme a s. Erasmo
E' da aggiungere, che chissà per quale via sono giunte a Gaeta, certamente per mare, alcune reliquie di s. Marciano di Siracusa, che sono nella cripta o Soccorpo della cattedrale, insieme a quelle di altri sei santi; esso è venerato come compatrono di Gaeta insieme a s. Erasmo
Si tratta della prima immagine nota di san Marciano,Il protovescovο di Siracusa viene raffigurato con barba e capelli candidi e il capo circondato da un’aureola dorata perlinata. Indossa una stretta tunica di cui si intravede la manica aderente sotto l’ampia veste liturgica, la clamide rossa o phelonion, e un omophorion bianco segnato da tre croci ad estremità patenti, insegna vescovile.La mano sinistra, velata dal panneggio in gesto di rispetto, sorregge il codex della Sacra Scrittura dalla legatura gemmata, mentre la destra si leva nel gesto benedicente graeco more.
30 Ottobre Saint MARCIEN, disciple de l'Apôtre Pierre, évêque de Syracuse en Sicile, martyr par la main des Juifs.
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91454
La Vita di S. Marciano scritta dal Gaetani
Mosaico di san Marciano (XII secolo) sulla navata del duomo di Monreale: accanto all'ultima immagine dell'Antico Testamento e sotto l'effige del re Salomone
San Marciano inserito tra i santi nel presbiterio del Duomo di Monreale, ultima grande fondazione normanna voluta da Guglielmo II (1183). Il santo qui porta la veste purpurea dei martiri e indossa l'omoforion. La legenda in latino è stata modificata per un maldestro restauro da Marcianus in Marcialis.
Riguardo ai legami tra Siracusa e Monreale, giova ricordare che Siracusa, riconquistata dai Normanni nel 1086, è rifondata come Diocesi nel 1093; dall’11 aprile 1188, per volere di Re Gugliemo II e di Papa Clemente III, diventa suffraganea di Monreale.
Χριστού τον ευνούν Μαρκιανον οικετην
διά βρόχου κτεινουσιν οι Χριστοκτονοι