mercoledì 23 novembre 2016

24 novembre

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Saint HERMOGENE, évêque d'Agrigente en Sicile, mort dans la paix (vers 260

 Da alcuni autori è considerato l'ultimo Vescovo di Agrigento prima della conquista Araba della città. Sarebbe morto il 24 novembre dell'ottocento. Il Sinassario di Costantinopoli lo ricorda alla stessa data.
Poiché i Saraceni conquistarono Agrigento nell'anno 828 non pare che la città sia rimasta senza vescovo per tanti anni.
Secondo un altro autore, Ermogene doveva essere vivo all'entrata degli Arabi.
Nell’antico calendario della Chiesa Agrigentina è menzionato come santo al 24 novembre. Il Lancia di Brolo così ne parla: "Metto tra i martiri di incerta data anche S. Ermogene, vescovo di Girgenti, che la Chiesa greca onora al 24 novembre: veramente i Menei (monologi greci) dicono espressamente che “egli finì in pace i suoi giorni...”.
Volendo accordare i Menei con questo sinassario dobbiamo dire che S. Ermogene fu uno di quei santi martiri dell'ultima persecuzione che, sopravvissuti ai patimenti, finirono la vita in pace ai tempi di Costantino.
Il P. Gaetani, senza fondamento, lo mette verso l’800; non mi sembra probabile perché allora avanzerebbe un sinassario o un qualche brevissimo cenno della sua vita; invece non se ne trova alcun indizio in nessun libro dei Greci. La Chiesa latina lo ignora."
Tanto il Gaetano, in latino, che il Lancia di Brolo, in greco, riportano il distico che nei Menei greci è dedicato a S. Ermogene:
Caedens, Hermogenes, ex genere mortalium
pudore fastum generis imples daemonum.
Il Russo lo ritiene "oscurissimo distico" e dice che Ermogene fu l’undicesimo vescovo di Agrigento e divenne tale per le sue virtù cristiane nell’800; dopo averla governata ed illustrata con zelo e dottrina, morì il 24 novembre dell’824.
Secondo noi il suddetto distico si potrebbe tradurre: ''Allontanandoti, Ermogene, dal genere umano, colmi di vergogna l'arroganza del genere dei demoni".
O qui si accenna al coraggio, alla forza d'animo del santo che, morendo martire, vince le forze avverse, o alla costanza del confessore che in vita, e specialmente in morte, con le sue umili virtù, sconfigge la superbia dei demoni.
Festa il 24 novembre.

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