saints pour le 1er janvier du calendrier ecclésiastique
Santi
Martiri Siciliani a Siracusa durante la persecuzione neroniana (dal 64 al 68 )
LA PERSECUZIONE NERONIANA DEL 64-68
Poiché nel Martirium - Passio di S.
Libertino e Peregrino e nel ms. italiano di S. Pellegrino si fa riferimento
alla persecuzione di Nerone contro i tre santi e gli altri cristiani siciliani,
ritengo necessario riportare questa mia ampia nota sulla persecuzione
neroniana, S. Marziano e gli altri martiri Siracusani e Siciliani.
Per quanto riguarda questa prima
persecuzione scatenata da Nerone dopo l’incendio di Roma del 64 d.C., è errata
l’opinione di alcuni storici, secondo i quali “le leggende posteriori che
assegnano in Roma e altre città dell’Italia e della Gallia gruppi di martiri a
quella persecuzione non hanno valore storico” (G. Kirsch, in E.I.T., 26,798).
Invero la persecuzione religiosa iniziata nel 64 “continuò fino alla fine del
regno di Nerone (68) e, in seguito ad un editto imperiale che le dava forma
legale, divenne generale, minacciando i fedeli sparsi per tutto il mondo
romano” (P. Allard, Storia critica delle Persecuzioni, tr. it. E. Lari,
I, p. 52ss.). A conferma ci sono anzitutto, per Roma, le testimonianze
irrefutabili di Tacito (Annali, 15,44) e di S. Clemente I Papa (Lettera
ai Corinzi, 5, 1-7, 4); e per il resto dell’Impero quelle, non meno
autorevoli e sicure, degli scrittori cristiani dei primi secoli. Lo spagnolo
Orosio (Adv. pag. hist., VII,5.) “Nerone fece soffrire ai Cristiani in
Roma i supplizi e la morte, e comandò che fossero perseguitati ugualmente in
tutte le province”. Sulpicio Severo (Chron.,II,41): “Tale fu il
principio delle persecuzioni contro i cristiani; poi la religione fu proibita
anche dalle leggi e in forza di editti pubblici non fu più lecito essere
cristiano”. Lattanzio ( De mort. Pers., 1): “Nerone, vedendo che non
soltanto a Roma ma dappertutto una grande moltitudine abbandonava ogni giorno
il culto degli idoli e abbracciava la nuova religione, si slanciò alla
distruzione del tempio celeste e all’abolizione della giustizia.”
Ci sono poi le numerose memorie di
martiri romani e di altre parti dell’impero romano riportate negli antichi
martirologi e raccolte, ma certamente non tutte, nel Martirologio Romano dal
Baronio (Editio Princeps del 1584 e successive, con le sue preziose accurate
note storico critiche). E si deve tener presente che del numero grandissimo di
martiri solo poche memorie ci sono pervenute, perché l’odio di Diocleziano fece
perire i loro atti (Baronio Annali,I, a.68
I MARTIRI SIRACUSANI E SICILIANI
Per noi è di grande importanza la
veridicità dei martiri siracusani nella persecuzione di Nerone, perché sarebbe
(per noi è) una prova fondamentale e decisiva dell’esistenza del cristianesimo
a Siracusa e in Sicilia ai tempi apostolici!
E’ invece opinione comune (secondo noi
errata), presso gli storici e gli archeologi contemporanei, che le prime
comunità cristiane in Sicilia risalgano al secondo o terzo secolo d.C.
Il Lancia di Brolo (I, p. 54)
scrive: “Se e quando la persecuzione neroniana si allargasse in Sicilia, nol
sappiamo. Credo che non vi fu o non vi dovette essere violenta, ma mitigata da
quel Lucilio che sotto Nerone resse la Sicilia da procuratore, a cui Seneca
scriveva le sue lettere morali”. Opinione non corretta, perché il Di Brolo
non tiene conto né del Gaetani né del Pirro, né del Kal. del Mancaruso, né
degli AA.SS., né dei Mar. Ger. e Rom. Inoltre questa ipotesi non è valida non
solo perché, come dice lo stesso Di Brolo (p.53), “anche sotto gli
imperatori d’animo mite e temperato [e a pari o maggior ragione, sotto i
magistrati], le persecuzioni infierivano con rigore uguale, forse anche
maggiore…” ma soprattutto perché Lucilio fu Procuratore di Sicilia nel
63-64, prima dell’inizio della persecuzione! (cfr. Seneca, Tutti gli scritti,
p. 668). E poi bisogna tener conto che la Sicilia durante il suo proconsolato
fu una provincia tranquilla, sena armi né persecuzioni, come risulta
dall’espressione “otiosam procurationem” del lib. IV delle Questioni
naturali. Nerone inoltre, da “mite e temperato” dei primi anni di governo
era diventato un tiranno dispotico e crudele e nel 65 anche Seneca cade
vittima, dopo il fallimento della congiura dei Pisoni (cfr. Isagoge,
361s.).
Ma ecco quanto dice il Gaetani (Isagoge,
189-193): “ Per primo Nerone inferocì con la spada contro la chiesa nascente
a Roma. Infatti è abbastanza noto che nell’occasione dell’incendio della città,
per il capriccio di Nerone si cominciò ad infierire crudelmente contro i
Cristiani (in nota 1 è citato Tertulliano, Apol., cap. 5, e Scorpiace). In
seguito, furono anche emanati dei decreti che vietavano la religione cristiana
e non permettevano di essere cristiani; e questo odio non solo si rivolse
contro quelli che abitavano a Roma, ma fu come un incendio che si diffuse
ampiamente e devastò le provincie. Inftti Orosio attesta che fu ordinato da
Nerone di perseguitare i Cristiani in tutte le provincie (nelle note 2 e 3 sono
citati Severo e Orosio; v. sopra). Dunque come la spada di Nerone cominciò ad
infierire contro la chiesa romana, parimenti in Sicilia imperversò e quando
l’editto di Cesare fu promulgato contro la nostra religione, cominciò la
persecuzione. Certamente il martire Peregrino, discepolo di S. Marciano vescovo
di Siracusa, si riferiva ai tempi di Nerone quando scrisse queste cose
riportate dall’Encomiaste siracusano: “ In quel tempo furono mandati in tutto
il mondo decreti per abbattere e togliere dalle fondamenta la religione
cristiana”. A ciò l’Encomiasta aggiunge…”(segue il passo dell’Encomio da
noi sopra riportato).E così conclude il Gaetani: “ Ci addolora fortemente il
fatto che tanti nomi di illustri martiri, che in Sicilia furono uccisi dal
furore di Nerone, assieme ai loro Atti sono periti. Io ritengo cosa certa che
per prima si infierì a Siracusa contro i sommi capi della chiesa, e che il
vescovo Marciano, prima di tutti ricercato a morte secondo gli ordini
stabiliti, abbia ornato la sua sede con l’effusione del sangue. Scrisse i
suoi atti il discepolo Peregrino, il quale poi fu ucciso per la fede, ma non so
se nella stessa persecuzione di Nerone o in quella di Domiziano. Questo
martirio lo subì assieme a S. Libertino, vescovo di Agrigento nel monte
Crotalo, non lontano da Agrigento.
Anche Tommaso De Angelo, nel
capitolo sulle “Persecuzioni della Chiesa Siciliana nel I secolo”, afferma (p.
14): “La prima persecuzione dei pagani che infuriò dall’anno 64 sotto
l’Imperatore Nerone, è ben descritta dall’Encomiaste siracusano di S.
Marciano”; e riporta il sopracitato passo dell’Encomio, mettendo, come fa il
Gaetani, al posto degli Imperatori Valeriano e Gallieno, Nerone.
Noi ribadiamo che a questa tremenda
persecuzione neroniana va riferito quanto dicono l'Anonimo Encomiasta di S.
Marziano (v. sopra il passo relativo) e il Martirium-Passio di Libertino e
Peregrino.
Plusieurs MARTYRS immolés à Syracuse en Sicile sous Néron (67).