sabato 31 dicembre 2016

per il 1 gennaio


 MYSTAGOGY

saints pour le 1er janvier du calendrier ecclésiastique


Santi Martiri Siciliani a Siracusa durante la persecuzione neroniana (dal 64 al 68 )



LA PERSECUZIONE NERONIANA DEL 64-68
Poiché nel Martirium - Passio di S. Libertino e Peregrino e nel ms. italiano di S. Pellegrino si fa riferimento alla persecuzione di Nerone contro i tre santi e gli altri cristiani siciliani, ritengo necessario riportare questa mia ampia nota sulla persecuzione neroniana, S. Marziano e gli altri martiri Siracusani e Siciliani.
Per quanto riguarda questa prima persecuzione scatenata da Nerone dopo l’incendio di Roma del 64 d.C., è errata l’opinione di alcuni storici, secondo i quali “le leggende posteriori che assegnano in Roma e altre città dell’Italia e della Gallia gruppi di martiri a quella persecuzione non hanno valore storico” (G. Kirsch, in E.I.T., 26,798). Invero la persecuzione religiosa iniziata nel 64 “continuò fino alla fine del regno di Nerone (68) e, in seguito ad un editto imperiale che le dava forma legale, divenne generale, minacciando i fedeli sparsi per tutto il mondo romano” (P. Allard, Storia critica delle Persecuzioni, tr. it. E. Lari, I, p. 52ss.). A conferma ci sono anzitutto, per Roma, le testimonianze irrefutabili di Tacito (Annali, 15,44) e di S. Clemente I Papa (Lettera ai Corinzi, 5, 1-7, 4); e per il resto dell’Impero quelle, non meno autorevoli e sicure, degli scrittori cristiani dei primi secoli. Lo spagnolo Orosio (Adv. pag. hist., VII,5.) “Nerone fece soffrire ai Cristiani in Roma i supplizi e la morte, e comandò che fossero perseguitati ugualmente in tutte le province”. Sulpicio Severo (Chron.,II,41): “Tale fu il principio delle persecuzioni contro i cristiani; poi la religione fu proibita anche dalle leggi e in forza di editti pubblici non fu più lecito essere cristiano”. Lattanzio ( De mort. Pers., 1): “Nerone, vedendo che non soltanto a Roma ma dappertutto una grande moltitudine abbandonava ogni giorno il culto degli idoli e abbracciava la nuova religione, si slanciò alla distruzione del tempio celeste e all’abolizione della giustizia.”
Ci sono poi le numerose memorie di martiri romani e di altre parti dell’impero romano riportate negli antichi martirologi e raccolte, ma certamente non tutte, nel Martirologio Romano dal Baronio (Editio Princeps del 1584 e successive, con le sue preziose accurate note storico critiche). E si deve tener presente che del numero grandissimo di martiri solo poche memorie ci sono pervenute, perché l’odio di Diocleziano fece perire i loro atti (Baronio Annali,I, a.68 
I MARTIRI SIRACUSANI E SICILIANI
Per noi è di grande importanza la veridicità dei martiri siracusani nella persecuzione di Nerone, perché sarebbe (per noi è) una prova fondamentale e decisiva dell’esistenza del cristianesimo a Siracusa e in Sicilia ai tempi apostolici!
E’ invece opinione comune (secondo noi errata), presso gli storici e gli archeologi contemporanei, che le prime comunità cristiane in Sicilia risalgano al secondo o terzo secolo d.C.
Il Lancia di Brolo (I, p. 54) scrive: “Se e quando la persecuzione neroniana si allargasse in Sicilia, nol sappiamo. Credo che non vi fu o non vi dovette essere violenta, ma mitigata da quel Lucilio che sotto Nerone resse la Sicilia da procuratore, a cui Seneca scriveva le sue lettere morali”. Opinione non corretta, perché il Di Brolo non tiene conto né del Gaetani né del Pirro, né del Kal. del Mancaruso, né degli AA.SS., né dei Mar. Ger. e Rom. Inoltre questa ipotesi non è valida non solo perché, come dice lo stesso Di Brolo (p.53), “anche sotto gli imperatori d’animo mite e temperato [e a pari o maggior ragione, sotto i magistrati], le persecuzioni infierivano con rigore uguale, forse anche maggiore…” ma soprattutto perché Lucilio fu Procuratore di Sicilia nel 63-64, prima dell’inizio della persecuzione! (cfr. Seneca, Tutti gli scritti, p. 668). E poi bisogna tener conto che la Sicilia durante il suo proconsolato fu una provincia tranquilla, sena armi né persecuzioni, come risulta dall’espressione “otiosam procurationem” del lib. IV delle Questioni naturali. Nerone inoltre, da “mite e temperato” dei primi anni di governo era diventato un tiranno dispotico e crudele e nel 65 anche Seneca cade vittima, dopo il fallimento della congiura dei Pisoni (cfr. Isagoge, 361s.).
Ma ecco quanto dice il Gaetani (Isagoge, 189-193): “ Per primo Nerone inferocì con la spada contro la chiesa nascente a Roma. Infatti è abbastanza noto che nell’occasione dell’incendio della città, per il capriccio di Nerone si cominciò ad infierire crudelmente contro i Cristiani (in nota 1 è citato Tertulliano, Apol., cap. 5, e Scorpiace). In seguito, furono anche emanati dei decreti che vietavano la religione cristiana e non permettevano di essere cristiani; e questo odio non solo si rivolse contro quelli che abitavano a Roma, ma fu come un incendio che si diffuse ampiamente e devastò le provincie. Inftti Orosio attesta che fu ordinato da Nerone di perseguitare i Cristiani in tutte le provincie (nelle note 2 e 3 sono citati Severo e Orosio; v. sopra). Dunque come la spada di Nerone cominciò ad infierire contro la chiesa romana, parimenti in Sicilia imperversò e quando l’editto di Cesare fu promulgato contro la nostra religione, cominciò la persecuzione. Certamente il martire Peregrino, discepolo di S. Marciano vescovo di Siracusa, si riferiva ai tempi di Nerone quando scrisse queste cose riportate dall’Encomiaste siracusano: “ In quel tempo furono mandati in tutto il mondo decreti per abbattere e togliere dalle fondamenta la religione cristiana”. A ciò l’Encomiasta aggiunge…”(segue il passo dell’Encomio da noi sopra riportato).E così conclude il Gaetani: “ Ci addolora fortemente il fatto che tanti nomi di illustri martiri, che in Sicilia furono uccisi dal furore di Nerone, assieme ai loro Atti sono periti. Io ritengo cosa certa che per prima si infierì a Siracusa contro i sommi capi della chiesa, e che il vescovo Marciano, prima di tutti ricercato a morte secondo gli ordini stabiliti, abbia ornato la sua sede con l’effusione del sangue. Scrisse i suoi atti il discepolo Peregrino, il quale poi fu ucciso per la fede, ma non so se nella stessa persecuzione di Nerone o in quella di Domiziano. Questo martirio lo subì assieme a S. Libertino, vescovo di Agrigento nel monte Crotalo, non lontano da Agrigento.
Anche Tommaso De Angelo, nel capitolo sulle “Persecuzioni della Chiesa Siciliana nel I secolo”, afferma (p. 14): “La prima persecuzione dei pagani che infuriò dall’anno 64 sotto l’Imperatore Nerone, è ben descritta dall’Encomiaste siracusano di S. Marciano”; e riporta il sopracitato passo dell’Encomio, mettendo, come fa il Gaetani, al posto degli Imperatori Valeriano e Gallieno, Nerone.
Noi ribadiamo che a questa tremenda persecuzione neroniana va riferito quanto dicono l'Anonimo Encomiasta di S. Marziano (v. sopra il passo relativo) e il Martirium-Passio di Libertino e Peregrino.



Plusieurs MARTYRS immolés à Syracuse en Sicile sous Néron (67). 

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