giovedì 15 dicembre 2016

16 dicembre monaci siculo greci

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 icona di Antonio il Grande padre dei Monaci


San Macario di Collesano Monaco 
Nacque intorno al 920. Asceta italo-greco del sec X, le sue vicende 


sono legate a quelle del padre, Cristoforo, e del fratello Saba. 


Cristoforo, rifugiandosi nel monastero greco di San Filippo d'Agira 

ai piedi dell'Etna, ricevette l'abito dall'egumeno Niceforo, che lo 
autorizzò a condurre vita eremitica nella laura di San Michele di 
Ctisma. 
Qui fu raggiunto dalla moglie Cali e dai figli Macario e Saba, che 
presero tutti l'abito monastico. Una grave carestia abbattutasi sulla 
Sicilia nel 940-941, li costrinse a rifugiarsi in Calabria, sbarcati 
a Cessaniti, presso Nicotera, vagarono per monti e boschi, fino a che 
non raggiunsero la famosa eparchia monastica del Mercurion, ai 
confini nord-occidentali della Calabria con la Lucania. Qui fondarono 
i due monasteri di San Michele Arcangelo e di santo Stefano 
protomartire; poi andarono in pellegrinaggio a Roma per venerarvi le 
tombe degli Apostoli e, al ritorno, si fermarono nel cenobio di San 
Lorenzo, presso Latiniano, dove Cristoforo morì, seguito, poco dopo, 
da Cali, che era a capo di una comunità femminile. Quindi i due 
fratelli, Saba e Macario, presero la cura dei diversi monasteri del 
Mercurion, confrontando i monaci a perseverare nella loro vocazione e 
a non avvilirsi per le continue incursioni dei Saraceni. Alla morte 
di Saba, avvenuta a Roma, nel monastero di San Cesareo nel 995, 
Macario gli successe nella direzione dei Cenobi disseminati nelle 
eparchie del Mercurion e del Latiniano. Il biografo rende 
testimonianza alla prudenza con cui governò, alla sua profonda umiltà 
e, soprattutto, alla sua grande purezza, per cui "etsi in carne 
degeret, veluti totus spiritualis et absque corpore esse videbatur". 
A queste virtù univa l'esercizio di quell'eccessivo rigorismo 
corporale, che caratterizzava i monaci italo-greci del tempo. Compì 
molti miracoli, per cui la sua cella divenne meta di pellegrini di 
ogni genere. Morì il 6 dicembre 1005, è ricordato nei sinassari italo-
greci e nei menei liturgici. 
La sua vita fu scritta da Oreste, patriarca di Gerusalemme che però 
gli dedicò meno spazio rispetto ai più illustri mèmbri della famiglia 
Cristoforo e Saba, tuttavia egli visse intensamente unendo alle sue 
virtù l'esercizio di un eccessivo rigore corporale, sulla scorta 
degli insegnamenti dei santi della sua famiglia, che cercò di 
infondere agli altri monaci. Compì molti miracoli e, con la sua fama 
si santità, la sua cella divenne meta di pellegrinaggi in vita e dopo 
la morte. 
Antichi codici riportano la sua morte nella metà del dicembre del 
1005; la comunità di Oliveto Citra, elevatolo a Santo Patrono, 
conserva le sue reliquie in un busto argenteo collocato nella Chiesa 
Madre. Il Santo viene festeggiato il 24 maggio.
Collesano ( in greco:   en polei ths Kolassaewn)   è un paese che si trova sulle prime propaggini della catena montuosa delle Madonie in provincia di Palermo.
Qui nacque nel X secolo Macario. Figlio di San Cristoforo e Santa Calì e fratello di San Saba.
Tutti monaci siculo-greci.
La loro vita fu scritta dal patriarca di Gerusalemme Oreste ( vedi Cozza-Luzzi, Historia et laudes SS. Sabae et Macarii iuniorum e Siclia autore Oreste Patriarcha Hierosolymitano ).
Il primo periodo della loro vita monastica  si svolse in Sicilia, nel Sacro Monastero di San Filippo d’Agira , allora retto dall’egumeno Niceforo. Cristoforo visse l’esichia nella chiesa dell’Arcangelo Michele, a Ctisma, metochio di san Filippo.
A causa di guerre intestine tra i mussulmani, che  ebbero gravi conseguenze per la popolazione cristiana siciliana, la santa famiglia emigrò in Calabria ( Thema dell’Impero). Il loro primo rifugio fu la regione dei “ Caroniti , e successivamente la “ Tebaide” del Mercurion ( posta tra Calabria e Basilicata) luogo di intensissima vita monastica  italo-greca confinante con l’altra regione di intensa vita monastica, chiamata Latinianon.
La santa Famiglia si stabilì nella chiesa di san Michele, che diverrà sede della Laura  dei monaci che seguirono San Cristoforo.
A Causa delle incursioni dei saraceni, Cristoforo con i figli Macario e Saba   si trasferì nel Latiniano, sulle rive del fiume Sinni, nella Chiesa  di san Lorenzo. Qui morì, affidando l’igumenato al figlio Saba. Poco dopo fu seguito dalla moglie Calì.
Saba.
Saba fu una delle figure più rappresentative del monachesimo siculo-greco nel mercurion. Fu ctitor di molti monasteri ed esicastirion. Ebbe importanti incarichi diplomatici-politici , tra cui una missione a Roma, su incarico del catepano Romano ( circa 982 d.c) e quella di implorare presso  l’imperatore germanico Ottone III  la liberazione del figlio  del principe di Salerno e del patrizio di Amalfi . Durante questul’ultima missione mori a Roma, nel monastero di San Cesario il 5 febbraio 995, lasciando il governo dei monasteri da lui fondati al fratello San Macario, che lil patriarca Oreste, autore della sua biografia, definisce uomo di profonda umiltà e di grande purezza, che non assomiglia ad un uomo di carne, ma ad uno spirito senza corpo.
Morì il 16 dicembre del 1005 a Salerno, nominando come igumeno Luca
 http://www.ortodossia.it/w/media/com_form2content/documents/c17/a1640/f255/Alessio.pdf

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