Saint GREGOIRE, évêque, martyr en Sicile.(Santo Gregorio I Vescovo di Agrigento e in alcuni codici martire
La memoria riportata nel sinassario della ROCOR si limita al nome.Potrebbe far riferimento alla sottoelencata biografia da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/91433
anche se non lo declara Martire
anche se non lo declara Martire
Chiedo conferma al caro fratello Gabriele Cassata
Secondo il Gaetano - che ricava la notizia dalla Passione di S.
Agrippina il cui corpo venne portato in Sicilia e sostò in Agrigento
dove fu onorato da S. Gregorio I - questo Santo sarebbe vissuto attorno
all'anno 262.
Della traslazione delle sue reliquie in Sicilia ci
rimane un racconto pubblicato dal Gaetano nel primo volume delle sue
"Vitae Sanctorum Siculorum" e poi riportato e annotato dai Bollandisti
negli "Acta Sanctorum", vol. IV del mese di giugno.
Secondo questa
narrazione, S. Gregorio, in Roma, avrebbe assistito e confortato S.
Agrippina durante il martirio subìto sotto Valeriano e Gallieno; tornato
in Agrigento, apprese che tre vergini: Bassa, sorella di S. Agrippina,
Paola e Agatonica erano approdate alla spiaggia con il corpo della
martire che intendevano deporre in Mineo.
Egli, con l'arcidiacono e
alcuni chierici, vi accorse. Un grande profumo si era sparso dovunque
nella zona. Celebrati i sacri misteri e comunicate le tre vergini,
profetizzò loro che avrebbero seguito la santa nel martirio, cosa che
avvenne tre mesi dopo.
il caro fratello Gabriele Cassata ha poi,via internet,comunicato
" Del santo vescovo Gregorio
si sa solo che accolse le sante donne Bassa, Agatonica e Paola ed il monaco custode della chiesa di San Paolo di Ostia che recavano le reliquie di Agrippina. Da alcune parole dette dal vescovo alle reliquie della Santa , sembra che questi assistette al martirio di Agripina:" ora pro me filia et memento quod optimum tibi consiliul dedi cum în tormentis consisteres".
si sa solo che accolse le sante donne Bassa, Agatonica e Paola ed il monaco custode della chiesa di San Paolo di Ostia che recavano le reliquie di Agrippina. Da alcune parole dette dal vescovo alle reliquie della Santa , sembra che questi assistette al martirio di Agripina:" ora pro me filia et memento quod optimum tibi consiliul dedi cum în tormentis consisteres".
Santo
Gregorio Vescovo di Lilibeo(oggi Marsala
in Sicilia )
Tratto
da
http://www.santiebeati.it/dettaglio/90590
Nella Vita di s. Gregorio di Agrigento
scritta da Leonzio abate di S. Saba in Roma, verso la fine del sec. VII, si
legge che questo vescovo « fu carcerato in quello stesso luogo in cui era stato
rinchiuso un s. Gregorio vescovo di Lilibeo, il quale ivi subì il martirio
condannato al taglio della testa da Tircano tiranno » (Lanzoni, p. 643).
Questo martire vescovo di Lilibeo, antica diocesi della Sicilia, oggi Marsala, non è conosciuto da altre fonti, né può essere indicato il tempo in cui visse. La sua festa si celebra il 5 giugno.
Questo martire vescovo di Lilibeo, antica diocesi della Sicilia, oggi Marsala, non è conosciuto da altre fonti, né può essere indicato il tempo in cui visse. La sua festa si celebra il 5 giugno.
Tratto
da
https://it.wikipedia.org/wiki/Diocesi_di_Lilibeo
Lilibeo è un'antica città della Sicilia , corrispondente
all'odierna Marsala, nell'ovest dell'isola. Tra le testimonianze cristiane più
importanti del sito è la vasta zona cimiteriale cristiana con catacombe e
ipogei minori.
Secondo un'antica tradizione, non confermata
storicamente, la diocesi esisteva già nella prima metà del II secolo e suo
primo vescovo noto sarebbe sant'Eustachio. Nel Praedestinatus, opera
composta da un anonimo autore nella Gallia meridionale verso la metà del V
secolo, si racconta che Eracleone, discepolo dello gnostico Valentino, iniziò a predicare in Sicilia, dove
trovò la ferma opposizione dei vescovi Eustachio di Lilibeo e Teodoro di
Palermo, che lo denunciarono a papa Alessandro I (105-115). Le cronotassi
ricordano un altro santo martire, Gregorio, vissuto fra III e IV secolo, ma
ricordato unicamente nella vita del santo vescovo Gregorio di Girgenti, vissuto
fra VII e VIII secolo.
Primo vescovo storicamente documentato è
Pascasino, fatto prigioniero e deportato in Africa dai Vandali; ritornato in
Sicilia scrisse una lettera nel 442/443 a papa Leone I. In questa viene
ricordato un fatto avvenuto nella diocesi di Lilibeo nel 417, che dunque
esisteva con certezza in quel periodo. A Pascasino lo stesso papa affidò una
lettera per i vescovi siciliani nel 447. Infine lo stesso vescovo, che fu anche
dotto matematico e astronomo, è ricordato nella storia del cristianesimo in
quanto scelto da papa Leone Magno come suo legato al concilio di Calcedonia del
451, dove su richiesta dello stesso pontefice fissò in modo definitivo la data
della Pasqua nella domenica immediatamente successiva al primo plenilunio di
primavera.
In seguito non si conoscono più vescovi di
Lilibeo fino al termine del VI secolo. Nell'epistolario di papa Gregorio Magno
sono documentati due vescovi: Teodoro, menzionato in una lettera del 593 e che
risulta essere già morto nel mese di febbraio 595; e Decio, che fu eletto e
consacrato nel mese di settembre dello stesso anno e che è ancora documentato
nelle lettere del 599. In una di queste si accenna al fatto che la patrizia
Adeodata aveva fondato nella sua casa di Lilibeo un monastero femminile in
onore dei santi Pietro, Lorenzo,
Ermete, Pancrazio, Sebastiano e Agnese, tutti martiri romani.
La diocesi è ancora attestata nel VII e
nell'VIII secolo. Il vescovo Elia prese parte al sinodo romano del 649 mentre Teofane fu tra i padri del concilio di
Nicea del 787.
Già dai tempi di Gregorio Magno, la Sicilia
faceva parte dell'impero bizantino; tuttavia, come emerge dalle lettere del
pontefice, le diocesi siciliane non avevano un metropolita e dipendevano tutte
da Roma. Solo dalla prima metà dell'VIII secolo, in seguito alle controversie
sull'iconoclastia, la Sicilia fu sottratta dall'imperatore Leone III Isaurico
alla giurisdizione di Roma e sottomessa al patriarcato di Costantinopoli (circa
732). Così fu anche per Lilibeo, che appare tra le suffraganee di Siracusa
nella Notitia Episcopatuum redatta all'epoca dell'imperatore Leone VI e
databile all'inizio del X secolo.[1] La situazione descritta da questa Notitia Episcopatuum è
tuttavia puramente ideale; infatti a partire dall'827 l'isola venne conquistata
dagli Arabi e delle sue diocesi non si hanno più notizie.
1. ^ Heinrich Gelzer, Ungedruckte und ungenügend
veröffentlichte Texte der Notitiae episcopatuum, in: Abhandlungen der
philosophisch-historische classe der bayerische Akademie der Wissenschaften,
1901, p. 554, nº 269.
Nella Vita di
San Gregorio di Agrigento nell’opera di D. De Gregorio, Vita di san Gregorio agrigentino,
Agrigento, 2000. Alla nota numero 13 a
proposito di San Gregorio di Lilibeo l’autore declara
“Del tutto sconosciuto: a meno che non si tratti di
quel vescovo Gregorio, fedele al dogma di Calcedonia, giunto in Sicilia con il
diacono Demetrio e l’asceta Calogero; questi si ritirò (nascose?) nelle caverne
del Monte Cronio presso Sciacca – AG, mentre i primi due subirono il martirio
(dai Vandali?).”
Bibliografia
DIAC.
SEBASTIANO MANGANO
I
DIACONI DELLA SICILIA
NELL’EPISTOLARIO
DI GREGORIO MAGNO
Catania,
2008
http://www.diocesi.catania.it/diaconato/sites/diocesi.catania.it.diaconato/files/DIACONI%20DI%20SICILIA%20NELL%27EPISTOLARIO%20DI%20Gregorio%20Magno.pdf
Abitati
rupestri e città fortificate n
ella
Sicilia occidentale dai Bizantini
ai
NormannI
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