giovedì 8 giugno 2017

Sikelia saints pour le 9 juin du calendrier ecclésiastique






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saints pour le 9 juin du calendrier ecclésiastique

 

 


Saint MAXIMIEN, apocrisiaire du pape de Rome à Constantinople, puis évêque de Syracuse en Sicile (594).

 A Siracusa, San Massimiano , vescovo, del quale il papa san Gregorio Magno fa spesso menzione.


Santo Massimiano Vescovo di Siracusa e prima apocrisario del papa di Roma a Costantinopoli

 


Tratto da

http://www.santiebeati.it/dettaglio/56580



Sconosciuto a tutti i martirologi precedenti, appare nel Romano sotto la data del 9 giugno. Originario della Sicilia (Giovanni Diacono lo dice Siculus), si fece monaco a Roma e dopo la morte di Valenzione fu il secondo abate del monastero di sant'Andrea ad Clivum Scauri, eretto prima del 583, dal nobile Gregorio, ed ebbe la gloria di educare i| futuro pontefice quando questi, lasciata la pretura di Roma, abbracciò la vita monastica.
Quando Gregorio fu mandato da papa Pelagio II quale apocrisario a Costantinopoli presso l'imperatore Tiberio, Massimiano lo raggiunse con alcuni dei suoi monaci e tanto prolungò la sua dimora, che il pontefice scrisse a Gregorio che ne sollecitasse il ritorno a Roma, essendo egli necessario al suo monastero e alla Sede Apostolica per un affare importante. Al ritorno, l’anno successivo, 585, dopo otto giorni di navigazione avventurosa nell’Adriatico, la nave fece naufragio a Crotone e Massimiano, che aveva dato prova di fiducia in Dio, si salvò coi tutti i suoi compagni.
Asceso Gregorio al pontificato il 3 settembre 590, scelse alcuni suoi monaci, tra questi Massimiano, per condurre vita monastica nel suo palazzo, che, al dire di Giovanni Diacono, divenne «asceterio di perfetta virtù, scuola di ecclesiastica disciplina consiglio di sapientissimo governo, talmente in venerazione a Roma e a tutta la Chiesa che chi non avesse le carte in regola non osava nemmeno presentarvisi, stimando più opportuno starsene lontano».
Nel dicembre del 591, Massimiano era già vescovo di Siracusa. A lui il pontefice concesse l’uso del pallio e rinnovò i privilegi dell’antica sede vescovile; affidò inoltre la sua rappresentanza su tutta la Chiesa siciliana.
Vicario del papa e rispondendo alle di lui speranze, Massimiano esercitò una generale sorveglianza sulla disciplina e gli affari ecclesiastici; risolse le cause di minore importanza, rimettendo al pontefice quelle più difficili o quelle che non riteneva di poter giudicare da sé.
San Gregorio che, nell’affidargli questi amplissimi poteri, aveva fissato minutamente le direttive della politica ecclesiastica in Sicilia, gli indirizzò parecchie lettere e, alla fine, si mostrò compiaciuto di quanto Massimiano aveva fatto in poco meno di tre anni nel vasto territorio dell’isola.
Anche se ai titoli di «venerabile» «vescovo di veneranda memoria» e «santissimo», che ricorrono sovente nell'Epistolario di san Gregorio, non può ovviamente attribuirsi che un significato di onore e di rispetto, nondimeno la stima che il papa aveva di Massimiano si rileva dalle espressioni scritte nel novembre 594 alla di lui morte.
Al diacono Cipriano, suo rettore in Sicilia, il pontefice scrisse, manifestando il suo grandissimo dolore: "Non è Massimiano che deve piangersi, già volato a quel premio eterno da lui tanto desiderato, ma cotesto infelice popolo di Siracusa". Ai siracusani fece sapere che "ritenessero bene a mente che un altro Massimiano non era facile a trovarsi".
Un aspetto interessante dell'attività di Massimiano fu l'aver collaborato con il pontefice alle memorie relative ai santi
d'Italia. San Gregorio vi accenna ripetutamente; anzi nel 594 avrebbe desiderato rivederlo per conoscere più distintamente, onde inserirli nei Dialoghi, alcuni fatti edificanti appresi da lui in tempi lontani. Massimiano, che non era più in grado di recarsi a Roma, per iscritto e brevemente riferì a san Gregorio quel che sapeva di san Nonnoso e di qualche altro santo.



Fonti e testimoni nei Dialogi di Gregorio Magno


http://www.academia.edu/9029064/Fonti_e_testimoni_nei_Dialogi_di_Gregorio_Magno



I DIACONI DELLA SICILIA NELL'EPISTOLARIO DI GREGORIO MAGNO 

sta in 

 http://www.diocesi.catania.it/diaconato/sites/diocesi.catania.it.diaconato/files/DIACONI%20DI%20SICILIA%20NELL%27EPISTOLARIO%20DI%20Gregorio%20Magno.pdf


 "nell’ottobre del 593 (papa Gregorio Magno  raccomanda a Massimiano, vescovo di Siracusa, il diacono Felice, <<latore della presente, (che), per quanto non sia caduto in alcun modo nella dottrina degli eretici>>, cioèlo scisma dei Tre Capitoli,
<<né si sia allontanato dalla fede cattolica, pur   attratto da false congetture contro il Concilio di Costantinopoli, si era tenuto in disparte dalla scissione degli Istriani>>
che erano cattolici o eretici tornati alla retta professione di fede, e che si erano rifugiati in Sicilia. Felice, <<venuto poi a Roma, avendo ricevuto con l’aiuto del
Signore la spiegazione (del papa)e avendo preso parte alla comunione del corpo di Cristo, ha receduto dalla sua deviazione>>.
Al diacono Felice, poiché non si era reso colpevole
di eresia, ma si era <<allontanato, quasi con retta intenzione dai sacri misteri della Chiesa>>, il papa, per venire <<incontro alla sua debolezza e alle sue necessità>>, ma soprattutto per provvedere al suo  sostentamento aveva pensato di incardinarlo nella Chiesa di Siracusa, <<o perché eserciti il diaconato o certamente perché soltanto riceva lo stipendio>>per <<sostenersi nella sua povertà>>. Gregorio non vuole imporre a Massimiano la sua volontà, ma pone la questione al <<discernimento>>del confratello vescovo, esortandolo, nello stesso tempo, a far presto perché Felice “non patisca molestie e privazioni”. Il papa ricorda al vescovo di non trascurare la suaraccomandazione e di non offrire ai poveri <<meno di quanto esige >> il suo ufficio episcopale. Gregorio scrive a Massimiano che anche lui ha <<
fatto dare un contributo annuo dai beni>> della Chiesa, per partecipare
concretamente all’opera che Massimiano si apprestaa compiere verso il diacono Felice

 
In una lettera del luglio del 593, tràdita nel Registrum epistolarume direttaa Massimiano vescovo di Siracusa, Gregorio rendeva manifeste  le motivazioni che lo avevano portato a comporre un’opera agiografica: raccogliere aliqua de  miraculis    patrum, quae   i n Italia   facta   audivimus , per soddisfare le  pressanti  richieste dei suoi confratelli Gregorio inoltre chiedeva a Massimiano di trascrivere ed inviargli al più presto le notizie in suo possesso,a  meno che non fosse stato possibile incontrarsi di persona 

 http://www.academia.edu/9029064/Fonti_e_testimoni_nei_Dialogi_di_Gregorio_Magno

 

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